Anno: 2004
Materiale: pietra di Nanto e bronzo
Liturgista: Don Gino Prandina
Architettura: Arch. Bruno Bertacco
Madre Generale: Suor Maria Pia Pizzotto
Su
una preesistente cappella-sacrario della Comunità religiosa delle Suore
della Divina Volontà in Bassano del Grappa, Paul Moroder Doss riflette
insieme agli architetti prescelti e al liturgista alla realizzazione di
un’area più ampia tesa ad accogliere ospiti e pellegrini a venerare la
Nuova Beata Gaetana Sterni, fondatrice.
La preesistente capella,
graziosa e discreta sussiste all’angolo nordovest di un ampio fabbricato
rurale, da un lato insistente sull’antica via d’accesso a Porta Dieda
di Bassano, e dall’altro aperta al segreto giardino di villa.
Il
prolungamento e ampliamento della cappella alla vasta e nuova aula crea
un’irregolare penisola rialzata su cui si modulano gli spazi della
Custodia, la sede, l’arca della Beata (sotto un possente sigillo
sollevato da un anello di rilucente vetro ambrato di Murano), l’altare e
l’ambone. I manufatti risultano di pietra locale “di Vicenza”, con
inserti a volte di vetro d’ambra, a volte di bronzo.
La sensibilità
celebrativa della comunità religiosa femminile suggerisce l’imitazione
dei parati sobrii e possenti di informazione nordica, insieme alla
gentilezza di una qual imitazione di tessuti preziosi di evocazione
provenzale.
Il biancore della pietra porosa riflette le gradazioni
della luce modulata attraverso le ampie pareti vetrate policrome e il
lucernario sopra il presbiterio.
La felice interpretazione dei poli e
il loro puntuale inserimento nel contesto spaziale rendono una serie di
aree di gradita e serena frequentazione.
Interessante e innovativo
risulta il monoblocco della Custodia eucaristica evocante il modello
della Trinità di Rublev,- i tre angeli - al cui centro, quasi scrigno
prezioso, è posto il tabernacolo in bronzo e vetro.
La sede, nel
suo semplice proporsi, riprende i tipi delle sedute medioevali, e
risulta agevolmente ravvicinata all’Assemblea come al luogo
dell’eucarestia o della liturgia delle ore.
Don Gino Prandina